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IL PUNTO DI VISTA DEI LAVORATORI SU RISCHI, DANNI ALLA SALUTE
E GESTIONE DEL RISCHIO, NEL COMPARTO CERAMICO DELLA PROVINCIA DI VITERBO
A cura di: Dr. Enzo Valenti e Dr.ssa Giovanna Manzari S.P.I.S.L.L. ASL Viterbo-Civita Castellana

Il Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro della A.S.L. Viterbo, in collaborazione con gli R.L.S. del comparto di produzione ceramica del comprensorio di Civita Castellana, ha condotto nei mesi di marzo-aprile 2001 una indagine conoscitiva tra i lavoratori addetti alla produzione ceramica (idrosanitari, stoviglie e altre produzioni), utilizzando un questionario autosomministrato.
Il questionario anonimo conteneva domande su:
rischi lavorativi percepiti, da un elenco comprendente 13 voci, con scala di intensità (basso, medio, alto);
disturbi accusati dal lavoratore, da un elenco comprendente 15 voci;
giudizio sulla corrispondenza tra rischi percepiti dal lavoratore e rischi valutati dal datore di lavoro;
giudizio sulla corrispondenza tra rischi lavorativi presenti e tipo di accertamenti sanitari disposti dal medico competente;
giudizio, in caso di disturbi riferiti, sulla ricerca della loro possibile causa nei rischi lavorativi, da parte del medico competente;
grado di conoscenza dei lavoratori sul Servizio P.I.S.L.L.;
livello di "fiducia" dei lavoratori nei confronti del Servizio P.I.S.L.L.
I questionari raccolti sono stati 770, che rappresentano circa il 21 % del totale degli addetti alla produzione ceramica: 451 nella produzione di idrosanitari, 257 nella produzione di stoviglie, 62 in altre produzioni (per lo pi piastrelle).

RISCHI MAGGIORMENTE PERCEPITI (integrando frequenza ed intensità )
Nella produzione di idrosanitari prevalgono i rischi di natura ergonomica ("sforzo fisico", "movimenti ripetitivi", "movimentazione di pesi"), maggiormente percepiti rispetto ad altri pi noti e pi valutati, come le polveri, il microclima e il rumore.
Anche nella produzione di stoviglie prevalgono complessivamente i rischi ergonomici, ma con una maggiore percezione del rischio da "posture fisse" rispetto alla "movimentazione di pesi"; vengono anche maggiormente percepiti in tale produzione i rischi da rumore e da polveri.
Nelle altre produzioni sono maggiormente percepiti i rischi "tradizionali" di "rumore", "polveri" e "microclima".
Le suddette percezioni risultano coerenti con la realtà lavorativa, infatti negli idrosanitari i pezzi lavorati pesano di solito tra i 15 e i 25 Kg e sono movimentati prevalentemente a mano, mentre nelle stoviglie i pesi movimentati sono minori, ma sono presenti mansioni con postura fissa, come il decoro.

DISTURBI PIU' FREQUENTEMENTE RIFERITI
Emerge globalmente una altissima frequenza di disturbi riferiti; solo il 5 % del campione dichiara di non aver alcun disturbo.
Negli idrosanitari (lavoratori di sesso maschile) risulta che il 64 % degli addetti lamenta "mal di schiena", il 63 % "dolori a spalla/gomito/polso/mano" ed il 50 % "lombosciatalgia".
Nelle stoviglie va fatta una distinzione tra uomini e donne che, oltre alla differenza di sesso, presentano anche una differenza di mansioni svolte. Negli uomini prevalgono gli stessi disturbi indicati negli idrosanitari, ma con frequenze minori, rispettivamente 61 %, 51 % e 47 % ed emerge come disturbo la "riduzione dell'udito" nel 48 %; nelle donne, che svolgono in prevalenza la mansione del decoro, spiccano ai primi tre posti i "dolori a spalla/gomito/polso/mano" (85 %), "mal di schiena" (72 %), "dolori alla cervicale" (51 %).
Nelle altre produzioni la frequenza dei disturbi riferiti nettamente inferiore (mal di schiena 52%, dolori arti superiori 48 %), eccetto per la "riduzione dell'udito" , riferita dal 45 %.
Questa rilevazione di frequenza dei disturbi, anche se presenta il difetto di non essere "filtrata" da un medico intervistatore ed verosimilmente "sovrastimata", ha una buona coerenza interna rispetto ai rischi percepiti, alle diverse mansioni svolte ed ampiamente giustificata dalle conoscenze che si hanno del ciclo produttivo. Inoltre la classifica dei disturbi riferiti perfettamente in linea con quanto viene rilevato su vasta scala tra i lavoratori europei di tutti i comparti (vedi risultati dell'indagine condotta nel 2000 dalla Fondazione di Dublino, con interviste a 21500 lavoratori negli Stati membri dell'Unione Europea, sulle loro condizioni di salute, riportati sul numero 1, marzo 2001, di questa rivista).

Le risposte alle domande successive aprono grossi interrogativi.
Il 46 % dei lavoratori ritiene che i rischi valutati dal datore di lavoro non corrispondono o solo in parte, a quelli da loro percepiti.
Il 60 % dei lavoratori ritengono che non vi sia corrispondenza o vi sia solo in parte, tra gli accertamenti effettuati dal medico competente e i rischi lavorativi.
Il 65 % dei lavoratori ritengono che il medico competente non ricerchi o solo in parte, la causa dei propri disturbi nell'attività lavorativa.

E' evidente che tutti i soggetti della prevenzione nei luoghi di lavoro, sia quelli aziendali che pubblici, dovranno tener conto di tali risposte per far si che il "punto di vista dei lavoratori" entri a far parte del processo di valutazione dei rischi e che la sorveglianza sanitaria attuata dal medico competente risponda di pi ai bisogni di salute reali.
Il Servizio P.I.S.L.L. inoltre dovrà prendere atto che pi della metà dei lavoratori intervistati (55%) non conosce il Servizio e che il 40 % degli stessi lavoratori non pensano di potersi rivolgere al Servizio per avere risposte in merito ai problemi dei rischi lavorativi. E' necessario rilanciare costantemente le presenza del Servizio tra i propri utenti. L'iniziativa del questionario appena diffuso potrebbe essere, ce lo auguriamo, un primo passo.